mercoledì 14 ottobre 2009

PROGRAMMAZIONE TERMINALE CINEMA




VIOLA DI MARE







prossimamente in programmazione


Genere: Drammatico

Un film di: Donatella Maiorca

Cast: Lucrezia Lante della Rovere, Giselda Volodi, Valeria Solarino, Isabella Ragonese, Ennio Fantastichini, Corrado Fortuna, Marco Foschi, Ester Cucinotti, Alessio Vassallo

Produzione: Italian Dreams Factory

Distribuzione: Medusa

Trama: Nella Sicilia dell'Ottocento, due donne follemente innamorate l'una dell'altra non possono vivere il loro amore perché la società siciliana dell'epoca non capirebbe e non approverebbe; così, una delle due comincia a pensare di diventare un uomo...



Apertura BAR-TERMINALE dalle ore 20




SCUOLA DI CINEMA ANNA MAGNANI
Via Carbonaia 31, Prato - 0574 401376 - info@scuoladicinema.org - http://www.scuoladicinema.org/ - facebook


TERMINALE CINEMA
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lunedì 5 ottobre 2009

BAARIA

Un inno alla sicilianità, alla nostalgia, agli affetti familiari e alla passione politica, ad un piccolo mondo antico sepolto sotto l’avvento della modernità. Tutto questo è Baaria, un film che racconta un pezzo importante della storia d’Italia, dal ventennio fascista agli anni Ottanta, giocando con leggerezza col tempo e con le vicende familiari di tre generazioni. Un film corale che si lascia però un po’ troppo spesso sedurre da tentazioni estetizzanti, in cui la perfezione della forma, dovuta in buona parte alla spettacolarità della scenografia, non è eguagliata da quella dei contenuti, che restano episodici, sfilacciati. Una struttura narrativa dispersiva che fa fatica a conquistare lo spettatore, e soprattutto, ad emozionarlo. Nonostante la bellezza delle immagini e i virtuosismi della macchina da presa, siamo ben lontani dal carattere poetico ed intimo di “Nuovo Cinema Paradiso”. Lì niente era inessenziale, il racconto e la sua forma erano coesi in un’unità di senso, qui il contorno rischia di essere più abbondante del piatto forte e lo spettatore mangia sì, ma senza troppa avidità. Colpa forse della scarsa tensione narrativa. Si riscatta col finale, a partire da quando Peppino Torrenuova, il protagonista invecchiato e un po’ amareggiato, spiega al figlio che cosa significhi avere un brutto carattere, frase refrain del film. Significa voler abbracciare il mondo ma avere le braccia troppo corte per farlo. Questo il senso ultimo del film, il senso di una parabola discendente che ha la propria origine nella voglia di cambiare il mondo e la propria fine nell’impossibilità di farlo, nella difficoltà di applicare alla realtà quegli ideali di riscatto e giustizia sociale nei quali si è creduto per tutta una vita. Poi all’improvviso siamo catapultati all’indietro nel tempo, e ci ritroviamo in punizione, addormentati dietro la lavagna, una vita fa, come all’inizio del film. E tutto si mescola, sogno e realtà, ricordo e proiezione nel futuro, la Bagheria di un tempo e quella di oggi. Tutto scorre, tutto cambia, e il vecchio viene inesorabilmente sostituito dal nuovo. I segni del passato si fanno labili, sopravvivono solo nella memoria. Eppure, sembra voler dire Tornatore, qualcosa rimane. Quella mosca, rinchiusa da oltre sessant’anni in una trottola di legno esce fuori e muove i primi passi. E’ la memoria liberata, la speranza di sopravvivere al proprio passato che, senza il ronzio della memoria, è morto e non parla.
Ilaria Mavilla