venerdì 4 dicembre 2009

Si tolgono tutto? - tranne la pelle..



Un mercoledì da Leoni di John Milius.
Un monumento ai film di crescita. Paradiso, inferno e purgatorio.
Un percorso nella vita di alcuni giovani californiani, dall'epopea del surf ai primi moti dello skate.
Un film che fa emozionare, fa pensare, la California, il Vietnam, il Messico e tra tutto questo la difficile/facile vita dei giovani americani dell'epoca, tra sogni infranti, speranze che risorgono, la storia che fa il suo corso.
E la grande onda prima o poi arriverà, anche se per la maggior parte delle persone rimarrà sempre un sogno..

mercoledì 14 ottobre 2009

PROGRAMMAZIONE TERMINALE CINEMA




VIOLA DI MARE







prossimamente in programmazione


Genere: Drammatico

Un film di: Donatella Maiorca

Cast: Lucrezia Lante della Rovere, Giselda Volodi, Valeria Solarino, Isabella Ragonese, Ennio Fantastichini, Corrado Fortuna, Marco Foschi, Ester Cucinotti, Alessio Vassallo

Produzione: Italian Dreams Factory

Distribuzione: Medusa

Trama: Nella Sicilia dell'Ottocento, due donne follemente innamorate l'una dell'altra non possono vivere il loro amore perché la società siciliana dell'epoca non capirebbe e non approverebbe; così, una delle due comincia a pensare di diventare un uomo...



Apertura BAR-TERMINALE dalle ore 20




SCUOLA DI CINEMA ANNA MAGNANI
Via Carbonaia 31, Prato - 0574 401376 - info@scuoladicinema.org - http://www.scuoladicinema.org/ - facebook


TERMINALE CINEMA
Via Carbonaia 31, Prato - 0574 37150 - posta@terminalecinema.com - www.terminalecinema.com

lunedì 5 ottobre 2009

BAARIA

Un inno alla sicilianità, alla nostalgia, agli affetti familiari e alla passione politica, ad un piccolo mondo antico sepolto sotto l’avvento della modernità. Tutto questo è Baaria, un film che racconta un pezzo importante della storia d’Italia, dal ventennio fascista agli anni Ottanta, giocando con leggerezza col tempo e con le vicende familiari di tre generazioni. Un film corale che si lascia però un po’ troppo spesso sedurre da tentazioni estetizzanti, in cui la perfezione della forma, dovuta in buona parte alla spettacolarità della scenografia, non è eguagliata da quella dei contenuti, che restano episodici, sfilacciati. Una struttura narrativa dispersiva che fa fatica a conquistare lo spettatore, e soprattutto, ad emozionarlo. Nonostante la bellezza delle immagini e i virtuosismi della macchina da presa, siamo ben lontani dal carattere poetico ed intimo di “Nuovo Cinema Paradiso”. Lì niente era inessenziale, il racconto e la sua forma erano coesi in un’unità di senso, qui il contorno rischia di essere più abbondante del piatto forte e lo spettatore mangia sì, ma senza troppa avidità. Colpa forse della scarsa tensione narrativa. Si riscatta col finale, a partire da quando Peppino Torrenuova, il protagonista invecchiato e un po’ amareggiato, spiega al figlio che cosa significhi avere un brutto carattere, frase refrain del film. Significa voler abbracciare il mondo ma avere le braccia troppo corte per farlo. Questo il senso ultimo del film, il senso di una parabola discendente che ha la propria origine nella voglia di cambiare il mondo e la propria fine nell’impossibilità di farlo, nella difficoltà di applicare alla realtà quegli ideali di riscatto e giustizia sociale nei quali si è creduto per tutta una vita. Poi all’improvviso siamo catapultati all’indietro nel tempo, e ci ritroviamo in punizione, addormentati dietro la lavagna, una vita fa, come all’inizio del film. E tutto si mescola, sogno e realtà, ricordo e proiezione nel futuro, la Bagheria di un tempo e quella di oggi. Tutto scorre, tutto cambia, e il vecchio viene inesorabilmente sostituito dal nuovo. I segni del passato si fanno labili, sopravvivono solo nella memoria. Eppure, sembra voler dire Tornatore, qualcosa rimane. Quella mosca, rinchiusa da oltre sessant’anni in una trottola di legno esce fuori e muove i primi passi. E’ la memoria liberata, la speranza di sopravvivere al proprio passato che, senza il ronzio della memoria, è morto e non parla.
Ilaria Mavilla

sabato 7 marzo 2009

The Wrestler

Un attore che non si puo' non amare. Un film difficile, scomodo, a tratti duro. Mickey Rourke domina il film con una recitazione superba, sofferente.
L'america è anche questa, la fine della speranza. Darren Aronofky costruisce un mondo grigio, sfocato, come a sottolineare la difficoltà di concentrazione del protagionista The Ram.
Verrebbe voglio di urlare, di incitare, di incazzarsi. La verità è che non si puo' non amare una persona sofferente e sola.
Vladimiro D'Agostino

giovedì 19 febbraio 2009

Il Caso Danesin

La mattina del 30 Marzo del 1953, Il Presidente della Corte di Assise di Pisa leggeva la sentenza di assoluzione di tutti gli imputati nel processo intentato alla Brigata Partigiana guidata da Sante Danesin.
Sante Danesin era il Comandante della III Brigata Partigiana che operava nelle zone di Rosignano e Castellina Marittima, tra la Provincia di Pisa e quella di Livorno. Aveva scelto la clandestinità già nell’ottobre del 1943, poco dopo l’armistizio firmato dal Generale Badoglio con gli Anglo- Americani. Fino al Luglio/Agosto del 1944, quando gli alleati liberarono Rosignano, Sante Danesin ed i suoi uomini si erano impegnati in una dura guerra contro l’occupante tedesco e contro i fascisti della Repubblica di Salò. Il 27 Gennaio del 1944, due appartenenti alla Brigata, feriscono gravemente il Maresciallo dei Carabinieri Nannipieri, accusato di essere un convinto fascista, persecutore di antifascisti e di renitenti alla leva, ed uccidono il Carabiniere Vanore. Gli stessi fascisti considerano l’attentato un atto di guerra, istruiscono un processo lampo e, il 29 Gennaio 1944, all’alba, sulla spiaggia di Rosignano, fucilano un partigiano detenuto nel carcere di Pisa : Oberdan Chiesa. Nel dopoguerra un Giudice Istruttore, emette nei confronti di Sante Danesin, del suo Vicecomandante, Paolo Pannocchia, del Commissario Politico della Formazione, Vasco Giaconi e di altri 14 partigiani, vari mandati di cattura per 6 omicidi, alcuni tentati omicidi, rapina e tentata rapina. Al termine dell’Istruttoria e dopo oltre 20 mesi di Carcere preventivo, tutti gli imputati vengono rinviati a giudizio di fronte alla Corte di Assise di Pisa. L’accusa era di aver compiuto, non atti di guerra “al fine di liberare la patria dall’occupante nazifascista”, ma una serie di delitti dettati da “biechi motivi di vendetta ed interesse personale”, quindi non coperti dall’amnistia.
Che si trattasse di un processo politico non vi è e non vi era alcun dubbio. De resto il clima era in quegli anni molto pesante. Scrive Pietro Calamandrei “La pratica del Governo, nelle direttive ai Prefetti e ai Questori si è andata sempre di più orientando, spesso in contrasto con la giurisprudenza giudiziaria, nel senso di un trattamento diverso in tutti i campi in cui la pubblica amministrazione ha un potere discrezionale per i cittadini appartenenti ai partiti di maggioranza e per i cittadini appartenenti ai partiti di opposizione. Le libertà civili e politiche non hanno più uno stesso significato per tutti i cittadini : la libertà di associazione, di riunione, di circolazione, di stampa, ha un contenuto diverso secondo se chi lo invoca appartenga al partito degli eletti o a quello dei reprobi. La discriminazione contro i comunisti si è pian piano allargata contro tutti “i malpensanti”, contro tutti “i sovversivi”.
Erano gli anni di Mario Scelba, Ministro dell’Interno del terzo Governo De Gasperi, della repressione contro ogni manifestazione di dissenso, che lo stesso Ministro definiva “risse di un culturame”, delle brutali cariche della famigerata “celere”. Erano gli anni in cui Alcide De Gasperi, pur tra mille contraddizioni, affermava la necessità di “uno stato forte” di “una democrazia protetta dalla estrema sinistra”, affermazione che lo portò a proporre il varo della cosiddetta Legge Truffa e della cosiddetta “Polivalente”, un insieme di leggi speciali che dovevano disciplinare la stampa, i sindacati, punire la formazione di partiti o movimenti contrari alle istituzioni o che praticavano il disfattismo (scioperi, occupazione delle fabbriche, manifestazioni di protesta...). Erano gli anni dei processi ai Partigiani, migliaia in tutto il Centro Nord, per le azioni di guerra da essi compiute contro il nazifascismo. Erano gli anni in cui si affermò da parte del Governo e di buona parte della Democrazia Cristiana, il tentativo di svilire e delegittimare la Resistenza, in particolare quella comunista e di sbarazzarsi dell’opposizione. Erano gli anni infine in cui il dettato Costituzionale stentava ad affermarsi.
Tra i difensori al processo Danesin vi era Lelio Basso. Avvocato, parlamentare socialista, più tardi fondatore del PSIUP, Basso è stato uno dei Costituenti ed in particolare ha materialmente steso l’Art. 3 (Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.). Basso ed altri avvocati facevano parte di “solidarietà democratica” una associazione presieduta da Umberto Terracini fortemente impegnata nell’assistenza legale dei tanti imputati nei processi politici. Memorabile l’arringa che Lelio Basso tenne di fronte ai Giudici della Corte d’Assise di Pisa, più tardi pubblicata in un libro dal titolo “La democrazia davanti ai giudici”.
La storia di Sante Danesin diverrà un film a cura della Scuola di Cinema Anna Magnani di Prato. La sceneggiatura è di Ilaria Mavilla, la regia di Massimo Smuraglia.
Perchè raccontare ora quella vicenda ?
Perchè la storia talvolta si ripete ed oggi ancora una volta assistiamo non solo all’attacco indiscriminato alla Costituzione, ma anche al tentativo di ridurre fortemente gli spazi dell’opposizione, i diritti civili dei cittadini, le libertà collettive ed individuali. Il tentativo fu allora sconfitto da una forte mobilitazione di gran parte dell’opinione pubblica....ma oggi ?

Massimo Smuraglia

domenica 15 febbraio 2009

Nasce il nostro Blog

Nasce il blog della scuola di cinema Anna Magnani di Prato. Saranno pubblicate qui tutte le novità e gli aggiornamenti della scuola.
Potrete lasciare i vostri commenti e se vorrete potrete far pubblicare le vostre recensioni e critiche cinematografiche.